Per il terzo anno la Fondazione Lac o Le Mon, centro per la ricerca e la sperimentazione artistica, iniziata dal collettivo “Lu Cafausu”, apre le porte per accogliere chi abbia voglia di condividere conoscenze ed esperienze, tempi e desideri, cibi e pratiche, pensieri e luoghi.
La sede della Fondazione, la “Casa Cafausica”, dove si svolgeranno le attività, è un suggestivo grande casale dell’inizio del Novecento, di altissima qualità costruttiva, rimasto sostanzialmente integro dal momento della sua edificazione. La Casa è circondata da un ampio parco di circa due ettari con alberi di alto fusto, ulivi e alberi da frutta, ed è affiancata da un hortus conclusus con agrumeto.
Casa e parco costituiscono il sito ideale per la creazione di “comunità temporanee” che possano proporre pratiche conoscitive e condividere progetti artistici, e insieme sperimentare forme di vita che non rispondano né alla logica produttivistica né a quella della vacanza, né all’efficientismo né all’inerzia, ma che siano invece basate sulla circolazione di saperi, risorse, attitudini, abilità.
Le caratteristiche del luogo sono tali per cui il periodo di residenza sarà caratterizzato da forme di attenzione e cura verso la casa e verso il parco: siamo infatti convinti dell’importanza di operare un tentativo di integrazione tra conoscenze e pratiche che si stanno scambiando e luoghi che si stanno abitando insieme. La Casa Cafausica è un edificio a quasi integrale auto-sostenibilità energetica: questo rappresenta, per la Fondazione Lac o Le Mon, un punto fondamentale, di grande importanza anche formativa, e quindi un impegno che chiediamo a tutti gli ospiti di condividere con noi, in particolare per quanto riguarda l’uso di acqua ed elettricità.
Le condizioni dell’ospitalità e della partecipazione, così come le indicazioni su alcune delle attività che si svolgeranno nei prossimi mesi presso la Fondazione, sono qui di seguito.
Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti, Luigi Presicce
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Condizioni di partecipazione
1 – La Fondazione offre ospitalità, l’uso della cucina e dei servizi di base (il viaggio è a carico del partecipante); a disposizioni vi sono letti, materassi e lenzuola. La Casa è arredata a uno stadio solo iniziale, è quindi richiesto spirito di adattamento. Chi vuole può portare la tenda e campeggiare nel parco; in questo caso è opportuno portare con sé sacco a pelo ed eventualmente stuoia o materassino e in ogni caso l’asciugamano. La Casa persegue l’obiettivo dell’auto-sostenibilità energetica integrale; di conseguenza l’uso di acqua ed elettricità sarà necessariamente ridotto all’indispensabile. Si fa presente, per esempio, che non è previsto l’uso di lavatrici. Per quanto riguarda il cibo, la preparazione di tutti i pasti potrà avvenire in sede. A ogni partecipante, oltre alla collaborazione nell’approvvigionamento e nella preparazione, sarà richiesta una somma giornaliera di 15 euro da versare all’arrivo, per acquisto cibo e contributo alle spese vive di manutenzione della casa.
2 – Nei mesi fra maggio e settembre è prevista un’attività di seminari, laboratori, comunità di indagine, il cui calendario è indicato di seguito (alcune date potrebbero cambiare e altre attività non indicate qui potrebbero essere comunicate nelle prossime settimane). Salvo diverse indicazioni, la partecipazione ai laboratori è gratuita. Poiché, per motivi di spazio, il numero dei partecipanti ai vari laboratori, ovvero dei residenti presenti contemporaneamente nella Casa, sarà necessariamente limitato a circa venti persone, si richiede un impegno preciso per chi si prenota, per l’intero periodo della attività che si intende seguire. In caso di disdetta, si chiede di avvisare al più presto.
3 – Per informazioni relative alla Fondazione in generale scrivere a lacolemon (at) gmail (dot) com; per informazioni relative ai singoli laboratori, scrivere all’indirizzo email indicato di volta in volta qui sotto.
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Laboratori 2018
24-31 maggio
Laboratorio di autocostruzione (letti, tavoli, armadi, ripostigli ecc.)
Un laboratorio altruista, il cui scopo è quello di dotare la Casa Cafausica di strumenti e di arredi in grado di rendere più agevole la permanenza e la possibilità di lavorare in loco per tutti i futuri partecipanti.
Tutti coloro che hanno capacità manuali, anche basilari, in ambito di falegnameria o carpenteria; tutti quelli che hanno voglia di mettere a disposizione per una settimana i loro attrezzi e strumenti; tutti quelli che vogliono donare alla Casa Cafausica arredi, oggetti o attrezzature che potrebbero essere utili alla vita comunitaria e al lavoro dei gruppi, sono benvenuti!
Per info scrivere a lacolemon (at) gmail (dot) com
1–15 giugno
Simposio di pittura
A cura di Luigi Presicce, coordinamento di Laura Perrone.
Il progetto intende creare una piattaforma di confronto con chi, da diverse generazioni o da giovani promesse, si dedica con convinta fierezza alla pittura.
Questo simposio mira a una convivenza tra quelli che sono i pittori più rappresentativi del nostro paese, quelli nati dagli anni sessanta in poi, quindi una tavola rotonda formata da diverse generazioni disposte al confronto.
La Fondazione Lac o le Mon, in due anni di attività, ha ospitato circa trecento studenti e non, provenienti da tutto il mondo; i suoi spazi fuori misura, con una superficie di seicento metri quadrati abitabili e quasi due ettari di giardino, si prestano alle più svariate possibilità di soggiorno e lavoro. Il gruppo di partecipanti sarà invogliato non solo a discutere sulla pittura, condividendo gli stessi spazi abitativi, ma anche a cimentarsi con la realizzazione di opere pittoriche, disegni e quant’altro il luogo possa ispirare. Tutti i partecipanti al simposio saranno anche protagonisti di un’esposizione, in un luogo istituzionale (da definire) diverso dalla Fondazione stessa. Allo scopo di finanziare l’ultimazione dei lavori di restauro della Fondazione (attualmente unica nel suo genere nel campo della auto-sostenibilità), si metteranno in vendita quelle opere, prodotte in loco, che gli artisti vorranno generosamente donare.
Per info scrivere a luigipresicce (at) gmail.com e perronelaura (at) gmail.com
16–24 giugno
Fare l’immateriale. Terra e scultura
A cura di Juan Esteban Sandoval in collaborazione con Nico Angiuli.
Intendo immateriale non in opposizione a materiale ma come l’aura che acquisisce la materia lavorata, e che non riguarda solo la sua forma ma il percorso che la porta a essere oggetto.
Fare l’immateriale esplora le diverse modalità di rapporto tra materia, processo e forma nella realizzazione dell’oggetto scultoreo. La scultura nel suo ruolo fondamentale di “medium” attraverso il quale catalizzare idee, concetti, processi e relazioni con un determinato contesto. Fare l’immateriale riguarda la terra in quanto materiale che può essere trasformato e modellato, e in quanto portatore di storie di un luogo. Il workshop prevede la raccolta e la catalogazione di terre, sabbie e argille provenienti da diversi luoghi della Puglia (campi, cave, cantieri, giardini ecc.), l’elaborazione di manufatti in argilla realizzati mescolando le terre raccolte e la successiva cottura in un forno artigianale realizzato in loco dai partecipanti.
Il laboratorio prevede anche una fase di discussione, aperta ai contributi di tutti i partecipanti e con la partecipazione di Cesare Pietroiusti che partirà dal concetto di “aura” come teorizzato da W. Benjamin (L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, dove l’aura è riferita all’unicità, irripetibilità e autenticità dell’opera d’arte), per estenderlo poi alla materia, al processo e alle storie che danno forma all’oggetto scultoreo.
Fare l’immateriale si svolgerà in una settimana e sarà diviso in due fasi. Una prima fase di esplorazione delle zone vicine alla fondazione Lac o Le Mon, raccolta di terre e altri materiali, catalogazione, discussione, documentazione e realizzazione di manufatti in argilla. Una seconda fase di costruzione di un forno di ceramica artigianale e la successiva cottura degli oggetti realizzati nella prima fase.
Per info scrivere a juan (at) elpuentelab.org
24–30 luglio
Estetica dell’impercepibile 2018. La qualità immateriale delle forme estetiche del terzo millennio
A cura di Emilio Fantin.
Sulla traccia della proposta del 2017, per quest’anno Estetica dell’impercepibile si snoda in due fasi indipendenti, legati dallo stesso interesse per un’indagine da una parte visionaria e immaginifica, dall’altra pratica e aderente alla realtà. La fine del binomio dialettico psiche-ragione e materia-spirito è alla base di una ricerca estetica e di una ridefinizione dell’arte che, a mio avviso, costituiscono l’orizzonte culturale degli anni a venire. La riflessione teorica e la condivisione di pratiche danno l’opportunità di affinare una sensibilità attraverso la quale elaborare la nostra materia prima più raffinata.
Due incontri separati, frequentabili entrambi o singolarmente:
Ascolto (24-25-26 luglio, 2018)
Prima giornata
Ognuno è invitato a presentarsi attraverso qualcosa che lo rappresenti.
Ogni mezzo reale o immaginario, materiale o immateriale può essere preso in considerazione, lasciato al suo stato, manipolato o “tratto” da altri e posto all’attenzione di tutti: oggetti di affezione, objets trouvés, testi, formule, equazioni, poemi, dipinti, foto, e performance: danza, canto, suono, musica.
Seconda giornata
La realtà come risultato dell’incontro tra dato sensibile e immaginazione.
Incursione nel bosco degli gnomoni dove si confrontano coordinate geografiche e spazio infinito del cosmo. Visita all’agrumeto dell’hortus conclusus dove il camminare genera visione.
Intervallo teorico: la capacità d’ascolto e lo sviluppo della capacità immaginativa.
Pratica: processo narrativo e costruzione dell’immagine interiore.
Terza giornata
I diversi tipi di ascolto.
La tensione tra ascolto e capacità immaginativa. Blue di Derek Jarman e La Jetée di Chris Marker.
Esperienza di visualizzazione attraverso l’ascolto di una voce narrante.
Concerto per aerosol. Composizione e interpretazione per ottetto di aerosol (28-29-30 luglio, 2018)
Prima giornata
Analisi dei diversi tipi di ascolto.
Ascoltare oltre la ragione e l’immaginazione: Bela Tarr e Mihály Vig
Pratica aerosol: prove tecniche
Seconda giornata
Ascoltare la parola e il suo suono: la litania del rosario e la suite di Phill Niblock, la sordità di Beethoven e il silenzio di Cage.
Pratica aerosol: sintonia, sincronizzazione e interpretazione
Terza giornata
prove e concerto per aerosol.
Questo laboratorio prevede una quota di iscrizione.
Per informazioni e condizioni di partecipazione scrivere a: fantinemilio@gmail.com
3-10 agosto
Un albero è un albero è un albero è un albero
A cura di Giulia Gabrielli e Shervin Kianersi Haghighi.
Arrampicarsi su un albero. Dormire sotto un albero. Osservare un albero. Ascoltare un albero. Seguire il ritmo di un albero. Pensare come un albero. Raccogliere frutti e mettere radici. Ma anche, un albero con le radici all’aria. Scegliamone due. Un albero di limoni. Un albero di olive. Quali storie possono raccontare? Quali saperi portano con sé?
Attraverso azioni, reenactment e appropriazione di testi, racconti, proverbi, miti, ricette, proprietà estetiche e medicinali, usi artistici, tempi di fioritura, ruoli nella storia, simbologie e storie personali, l’idea è quella di tessere una narrazione/script/performance che ci metta in relazione con questi due alberi nel giardino della Cafausica.
L’inizio di una ricerca, di un archivio audio, o meglio, di un’audioguida (potenzialmente infinita) che mappi il giardino, un sapere costruito nel tempo.
Info: ideeadeguate (at) gmail.com
15–22 agosto
Inner Landscapes, una soggettiva sui dintorni
A cura di Sara Alberani e Larisa Oancea.
Come è possibile che i rifugi effimeri e i ripari occasionali siano investiti talora dalle nostre intime rêverie? Esaminata negli orizzonti teorici più disparati, l’immagine della casa pare diventare la topografia del nostro essere intimo. (Gaston Bachelard)
Prendendo spunto dal saggio di Bachelard, La poetica dello spazio, il laboratorio usa la fotografia per creare un flusso di racconto tra lo spazio geografico e il paesaggio inteso come sguardo introspettivo. All’interno di questo esercizio teorico e pratico di rêverie, la Casa Cafausica diventa Il Centro, una sorta di nodo di Borromeo tra corpo-mente-psiche, ovvero tra il Reale, il Simbolico e l’Immaginario.
È una pratica sulle immagini che la Casa naturalmente produce, di un’intensità legata alla memoria del luogo, alla natura, alle architetture, in cui soggetto e oggetto ritrovano sé stessi su un medesimo piano, esasperato da una bellezza mai comprensibile e sempre presente.
Le attività sono organizzate sul modello laboratoriale e arricchite da interventi specifici: letture, proiezioni cinematografiche, walkscapes, attività di editing digitale o lavorazione in camera oscura, piccolo workshop di libri e fanzine fatti a mano, piena condivisione.
I partecipanti verranno selezionati in base al loro portfolio fotografico e una breve riflessione, sotto forma di saggio/statement, sul tema del laboratorio.
Per informazioni scrivere a: inner.landscapes.workshop (at) gmail.com
24 agosto – 2 settembre
Passaggi
A cura di Ilaria Mancia e Cesare Pietroiusti.
Il luogo, la Casa Cafausica, sarà il punto d’incontro di diverse traiettorie: una grande e vecchia casa, con i suoi spazi interni rimasti immutati nel tempo, i suoi affacci verso l’esterno e il terreno che la circonda, anch’esso caratterizzato da una diversità di atmosfere, presenze e linee di separazione.
I passaggi possibili in questo luogo saranno tracciati da un gruppo di persone che condivideranno per alcune giornate gli spazi della fondazione, abitandoli, riempiendoli di azioni e di idee.
Le molteplici possibilità di attraversamento nasceranno dall’incontro dei diversi artisti coinvolti e dalla messa in campo delle loro pratiche.
Si cercherà così di creare un terreno di scambio fra diverse discipline e linguaggi, traiettorie fisiche e ideali, nell’incontro di pratiche artistiche, azioni performative e spunti teorici.
L’incontro di questi due passaggi, quello fra gli spazi e quello fra le discipline, creerà la condizione dello sviluppo di un pensiero artistico condiviso che prenderà forma relazionandosi al luogo e, interagendo con esso, lo trasformerà, delineandolo come un nuovo paesaggio possibile.
L’interno e l’esterno saranno messi in gioco, sotto-sopra, ribaltati, ricreati, abitati. I linguaggi e le prassi artistiche saranno frammentati e ricomposti, usati e non seguiti.
Il tentativo sarà quello di dare vita, con azioni, suoni, immagini, parole, a momenti performativi che trasformeranno il luogo in una geografia attraversabile e riconoscibile da un pubblico, in un tempo sospeso ed effimero di una notte.
Per informazioni scrivere a: ilariamancia (at) gmail.com
5-9 settembre
Fare rete e comunità. Vita, morte e post-mortem di Oreste
A cura di Giuliana Benassi, Serena Carbone e Luca Cinquemani.
Tre giorni di incontri per riflettere sull’esperienza di Oreste a più di vent’anni dalla sua nascita (1997).
Oreste non era un collettivo, non era un sindacato, ma – come spesso hanno ribadito i suoi ideatori – era «un insieme variabile di persone», prevalentemente artisti che si sono scelti e trovati per condividere una certa maniera di vedere. In soli tre anni di attività centinaia di artisti italiani e stranieri, ponendo al centro della loro pratica i concetti di rete, network, collettività, hanno creato spazi di libertà e operatività per idee, progetti, esperienze comunitarie.
Per informazioni scrivere a: benassigiuliana (at) gmail.com e gserenacarbone (at) gmail.com
10-20 settembre (date da confermare)
Dioniso un dio liquido e molteplice (III episodio) –
Lingua e performance: glossolalie, grida rituali e lingue sconosciute.
A cura di Cesare Pietroiusti, Andrea Lanini e Iacopo Seri.
Questo gruppo di studio proseguirà la sperimentazione sulle ritualità dionisiache e sulla produzione artistica, ideativa e discorsiva in stato di ebbrezza da vino. Dopo aver approfondito dal punto di vista storico-artistico e da quello mitologico la figura di Dioniso e i suoi complessi significati spirituali ed esistenziali, il gruppo-tiaso esplorerà le valenze performative legate alla voce e agli usi particolari delle sonorità consentite dalla fonesi. Uno dei metodi usati sarà la cessazione collettiva, per un periodo di tempo stabilito, dell’uso significante della parola (sia parlata che scritta), e la sua sostituzione con forme di glossolalia e modi asemici del discorso, vocalizzi e consonantizzi, per darsi in tal modo il permesso di manifestare frammenti del non-pensabile o del non-significabile.
Il testo de “Le Baccanti” di Euripide resterà un punto di riferimento, nell’esplorazione delle diverse modalità performative che si riescono a creare nello spazio mentale e fisico tra analisi filologiche, suggestioni visive, echi di miti, stati mentali alterati e diversi luoghi della Casa Cafausica.
Per info scrivere a cesarepietroiusti (at) gmail.com e iacoposeri (at) gmail.com